Lo sport al tempo del binge watch

Se siete amanti dello sport sicuramente avrete sentito nominare serie come Drive to Survive o Break Point, e se invece siete patiti di serie tv sono certa che almeno una volta vi sia capitato di vedere un trailer o una locandina di una di queste serie sportive. Quindi la domanda sorge spontanea: quanta influenza hanno le serie sul seguito di ogni sport al giorno d'oggi? E quanto invece è lo sport a spingere la gente a guardare contenuti audiovisivi?

Il colosso Netflix, che negli ultimi anni ha preso molto più piede a livello globale, ha deciso di puntare su docu-serie sportive in cui la crew sceglie una squadra/uno sport e ne segue un'intera stagione. Successivamente viene suddivisa in varie puntate, sappiamo tutti come funzionano le serie, niente di nuovo su questo fronte. È il caso di Drive to Survive, la serie sulla Formula 1, arrivata alla quinta stagione o quella di Break Point uscita da poco e che si focalizza sulle imprese nel mondo del tennis della stagione 2022. 

Se torniamo un po' indietro nel tempo possiamo analizzare come questo fenomeno sia nato già dieci anni fa con i programmi di MTV come Ginnaste Vite Parallele o Calciatori Giovani Speranze. Anche lì una crew seguiva allenamenti, gare e partite degli atleti per poi montare uno show e trasmetterlo in tv. Anche se i contenuti avevano un impatto diverso allora, si poteva già parlare di evento mediatico dato l'impatto che queste serie hanno avuto sul pubblico, soprattutto quello più giovane.

Da appassionata di sport posso dire che questo genere di contenuti mi intriga e attrae, adoro seguire lo sport quindi più ce n'è meglio è, no? Beh, non esattamente. Perché quello che viene fatto in queste serie, almeno per il momento, non è una mera rappresentazione di ciò che è avvenuto nella stagione sportiva, con annessi dietro le quinte. Quello che ci ritroviamo a vedere sono racconti, a volte fittizi, di alleanze e liti che spesso non sono avvenute o comunque non sono state così accentuate. 

Ma, se da una parte i tifosi "vecchi" non apprezzano questa narrazione, dall'altra ci sono gli amanti delle serie che si ritrovano a guardarle quasi per caso o curiosità e in seguito si appassionano allo sport e iniziano a seguirlo anche al di fuori della piattaforma. Forse è proprio la narrazione romanticizzata a convincerli, il drama sviluppato. Ne è la prova proprio la Formula 1, che in seguito alla messa in onda di DTS ha attirato un pubblico giovane e numeroso come non si vedeva da tempo.

A seguire quest'onda c'è anche Prime Video, che seppur quasi in sordina, ha fatto la stessa cosa dedicando la serie All or Nothing a diversi sport e squadre come i Philadeplhia Eagles nel football americano, la Juventus nella serie A, la nazionale Brasiliana ecc.

Pensate sia giusto narrare così lo sport per attrarre un pubblico sempre maggiore e vario o preferireste vedere una narrazione reale delle vicessitudini in campo con un approfondimento sui dietro le quinte?

Di recente la Juventus F.C. ha lanciato il suo Juventus Creator Lab, l'hub creativo del club che da vita a nuovi prodotti audiovisivi come il docu-film sul ritorno in campo di Federico Chiesa (Back on Track) dopo il brutto infortunio dello scorso anno. In questo caso il racconto sembra seguire più da vicino il protagonista nel suo processo di guarigione, senza aggiungere drammi superflui e/o fittizi. 

Quale delle due narrativa preferite? Tenete più alle gesta sportive e ai retroscena o preferite i drammi? 

Una cosa è certa, finché ci sarà gente che continuerà a guardare questi prodotti e a seguire gli sport, saremo destinati a vederne sempre di nuovi.

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